LA PIANTA

L’asparago è una pianta perenne che può durare in produzione fino a 10-12 anni. Alla fine dell’estate, la pianta adulta raggiunge una forma globosa, con un’altezza che varia tra 1,5 e 1,8 metri, ma può arrivare anche a 2 metri. I fusti sono verdi, molto diramati e portano squamette lisce e cilindriche, raggruppate in piccoli gruppi. Esteticamente, l’asparago è una pianta gradevole e alcune specie vengono utilizzate come piante ornamentali per giardini o appartamenti. Tra le specie più note ci sono l’Asparagus plumosus, noto come asparagina, e l’Asparagus sprengeri.

In autunno, la parte aerea della pianta si secca e deve essere rimossa dal campo. La pianta può essere sia maschile che femminile, con fiori che, durante lo sviluppo, possono regredire in organi riproduttivi dell’uno o dell’altro sesso, generando piante maschili, femminili o, raramente, ermafrodite. I frutti dell’asparago sono piccole bacche sferiche di colore rosso vivace quando mature, contenenti semi neri e coriacei.

La parte più interessante dell’asparago sono le radici, di forma cilindrica e consistenza carnosa, che formano un apparato radicale chiamato “zampa”. Queste radici si sviluppano principalmente in orizzontale, ma alcune penetrano verticalmente fino a un metro di profondità. Le radici dell’asparago hanno una forte capacità rigenerativa, con un rinnovamento completo ogni tre anni circa. Alla sommità delle radici c’è un rizoma sotterraneo da cui si sviluppano i germogli, chiamati “turioni”, che vengono consumati. La moltiplicazione dell’asparago avviene per seme.

IL CLIMA

L’asparago si coltiva con successo nei climi dell’Europa centrale e nei climi mediterranei. Pur tollerando alte temperature, preferisce località dove non ci sono periodi troppo lunghi di caldo senza precipitazioni. Le condizioni della pianura Padana e delle valli laterali, così come alcune zone dell’Italia centrale e meridionale, sono favorevoli per la coltivazione dell’asparago.

La resistenza al freddo dell’asparago è elevata, potendo sopportare temperature di 15 gradi sotto zero o più. Questa adattabilità consente la coltivazione dell’asparago anche in numerose località collinari.

IL TERRENO

La scelta del terreno è cruciale per la coltivazione dell’asparago, poiché la pianta rimane per diversi anni nello stesso suolo. Il terreno deve essere privo di umidità stagnante. I suoli leggeri, ricchi di sabbia, permettono di lavorare negli appezzamenti anche dopo piogge prolungate, condizione importante per la coltivazione dell’asparago bianco. Questo tipo di coltivazione richiede la formazione di aiuole sopraelevate (cumuli) affinché i germogli crescano bianchi per oltre 20 cm.

I lavori per formare questi cumuli si svolgono da gennaio a metà marzo, ed è necessario poter lavorare anche in condizioni atmosferiche avverse. I terreni sciolti e leggeri si riscaldano più facilmente, anticipando le produzioni.

Sono da evitare i suoli con strati duri e compatti nei primi 80-100 cm, quelli con falda acquifera troppo superficiale e quelli con molti sassi, a meno di non effettuare un lungo e paziente lavoro di rimozione. I terreni torbosi, con elevata umidità e acidità, sono sconsigliati, mentre l’asparago tollera bene la salinità del terreno.

Non è consigliabile coltivare asparagi dopo patate, barbabietole, carote, erba medica e fagioli, poiché una malattia comune a queste piante (la rizottoniosi) può trasmettersi all’asparago, impedendo la sua coltivazione per 15-20 anni nello stesso terreno.